La qualità del granito, particolarmente a La Maddalena in località Cava Francese e a Santo Stefano, ha dato vita ad una importante attività che ha portato ad una altissima professionalità con la produzione dei manufatti che sono stati esportati in tutto il mondo.
Le cave di più antica utilizzazione, appaiono recuperate dal punto di vista ambientale sia dallo sviluppo delle croste licheniche, sia dallo sviluppo della vegetazione naturale, mentre le cave più recenti, anche se dismesse, hanno un maggiore impatto nel paesaggio che potrebbe essere ben recuperato anche in considerazione del fatto che queste aree ricadono nel Parco Geominerario della Sardegna, recentemente riconosciuto dall'Unesco.
Molte sono le opere realizzate nelle cave maddalenine:
La Maddalena è popolata da poco più di 230 anni. Il suo passato sembra un passato di silenzio. C'è conferma, però, che queste isole, collocate in fondo alle Bocche di Bonifacio, furono viste e conosciute fin dall'antichità. Lo testimoniano le ricerche archeologiche e la stessa mitologia.
Ulisse solcò questi mari attratto dalla roccia dell'orso che imponente domina dalla costa l'intero arcipelago, l'eroe dell'odissea descrive, per bocca di Omero, Capo D'Orso e un golfo ben riparato dal vento, racchiuso tra la costa sarda e due isole.
Conosciute e frequentate ab antiquo, dunque, le isole dell'Arcipelago maddalenino sono uno scrigno di memorie e di tesori sommersi come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti tra cui spicca la grande nave oneraria romana affondata tra il 120 e il 110 A.C. nelle acque di Spargi (Secca Corsara).
Parte del prezioso carico di anfore e suppellettili salvato dalle razzie si può ammirare nel museo archeologico navale di La Maddalena dedicato all'archeologo Nino Lamboglia.
Un mare ricco anche di storia nei fondali dell'Arcipelago, particolarmente apprezzati dai subacquei di tutto il mondo per la peculiarità della flora e della fauna marina, sono presenti anche numerosi relitti e siti archeologi di pregio che il parco intende valorizzare con la predisposizione di sentieri archeologici subacquei.
Una importante via d'acqua: la nave romana di Spargi è un esempio particolarmente significativo dei reperti archeologici ritrovati nel mondo sommerso del parco, ma anche la preziosa ed emblematica testimonianza del passaggio delle più importanti marinerie del mondo che sin dall'antichità hanno solcato queste acque.
Un mare inconfondibile e temuto e che, insieme alle imprevedibili Bocche di Bonifacio, ha rappresentato una delle vie d'acqua più trafficate. Crocevia, dunque, di traffici e di scorribande, ma soprattutto punto d'incontro di grandi civiltà.