A partire dalla fine del 1700 la posizione così centrale di La Maddalena nel Mediterraneo le ha imposto un destino ineluttabile di obiettivo militare. Sono state costruite una serie di strutture militari distribuite, all'inizio sull'isola madre e sull'isola di Santo Stefano, e solo dalla fine del '800 nel resto dell’Arcipelago di La Maddalena.
Vennero costruite batterie di gran potenza come: l'Opera Nido d'Aquila, l'Opera Punta Tegge, l'approdo di Punta Sardegna, l'Opera Punta Rossa, l'Opera Capo Tre Monti, e le alture circostanti, per permettere i tiri ad arcata: l'Opera Guardia Vecchia, l'Opera Colmi, l'Opera Trinita, l'Opera Punta Villa.
Il progresso tecnico nel campo dell'aviazione militare rese tutte le opere estremamente vulnerabili ad un attacco aereo e fu quindi indispensabile ricorrere a impianti costruttivi basati sul più rigoroso mimetismo. Nacquero così, tra la prima e la seconda guerra mondiale, le batterie più periferiche, edificate normalmente in calcestruzzo e ricoperte poi da massi di granito, disposti in modo tale da ricostruire esattamente la tormentata morfologia del nostro rilievo.
Queste opere militari sono di singolare interesse non solo perchè esprimono chiaramente i contenuti dei parametri funzionali ma, soprattutto, per il loro aspetto imponente: le vaste dimensioni, l'inserimento nella natura, la giustapposizione di elementi murari di contenimento e di sostegno.
Un concetto fondamentale da tenere in mente quando si visitano le fortificazioni presenti nel Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è che si tratta di un unico sistema difensivo fortemente legato alla storia e alla cultura europea di oltre due secoli.
Lasciati travolgere da siti storici e scopri le meraviglie culturali di queste isole.
Fortificazioni isola di La Maddalena
Fortificazioni isola di Caprera