Con il termine fitopatia si intende “malattia di una pianta”. Con il termine di malattia si intende lo stato di sofferenza conseguente l’alterazione più o meno profonda dei processi fisiologici di un organismo. Qualora tale disfunzione perduri a lungo con elevata intensità l’organismo denuncia lo stato di sofferenza conseguente con manifestazioni esterne anomale (sintomi). Lo stato patologico che contraddistingue l’organismo malato ci porta a considerare l’azione negativa (o patogena) che ha determinato l’insorgere di tale alterazione ed in contrapposizione il manifestarsi di una reazione più o meno energica da parte dell’organismo ([1]).
Le malattie delle piante possono essere classificate in diversi modi:
- sulla base del tipo di agente patogeno (virus, batteri, funghi, insetti)
- sulla base della parte attaccata (radici, fusto foglie)
- sulla base del tipo di pianta (conifera, latifoglia)
Si può affermare in via generale che in un ecosistema in equilibrio omeostatico le fitopatie sono una componente del sistema e non producono effetti irreversibili su di esso mentre in un ecosistema in difficoltà a causa di perturbazioni biotiche o abiotiche importanti possono produrre effetti irreversibili causandone sofferenza e difficoltà di resilienza.
Un esempio di perturbazioni biotiche è l’arrivo in sistema di un patogeno esotico contro cui il sistema non ha strumenti di difesa naturale mentre un esempio di perturbazione abiotica è l’insieme dei cambiamenti climatici che richiedono alle piante adattamenti repentini alle nuove condizioni.
Nell’ultimo decennio i popolamenti forestali dell’Arcipelago sono stati interessati da attacchi da parte di diversi agenti patogeni, in particolare fungini, come illustrato nell’immagine: Dislocazione aree di saggio e tipo di patogeno riscontrato
L’individuazione della classificazione dei patogeni presenti è stato un percorso lungo e complicato in quanto da una prima analisi è stato difficile individuare la specie precisa perciò è stato necessario stipulare accordi di ricerca con l’Università di Sassari per individuare le specie, definirne i comportamenti e trovare le giuste soluzioni gestionali per tutelare i popolamenti boscati.
Tra i diversi generi fungini individuati due sono risultati particolarmente virulenti, la Phytopthora sp. che attacca gli apparati radicali e si diffonde poi su tutti i fusti e la Diplodia sp.che attacca l’apparato fogliare e poi si diffonde lungo fusti e rami. E’ stato studiato che entrambe portano alla morte le piante colpite.
Sulla base dei caratteri morfologici e delle analisi delle sequenze genetiche sono state identificate:
- 10 specie di Phytophthora: P. asparagi, P. bilorbang, P. cinnamomi, P. cryptogea, P. gonapodyides, P. melonis e P. syringae, P. megasperma. Inoltre altre due specie isolate da ginepro e lentisco sono risultate nuove per la scienza; sulla base dei risultati ottenuti in questo studio sono state descritte come P. crassamura B. Scanu, A. Deidda & T. Jung sp. nov. e P ornamentata B. Scanu, B. Linaldeddu & T. Jung sp. nov. (Scanu et al., 2015)[2]. P. asparagi, P. melonis sono state rinvenuta per la prima volta in ambiente naturale e su ginepro. Precedentemente questa specie è stata associata solo ad attacchi su melone in campo agrario in Asia ([3]); il suo rinvenimento nell’isola di Caprera rappresenta una nuova segnalazione per l’Europa. Il rinvenimento di ben 10 specie di Phytophthora in un’area limitata come quella dell’isola di Caprera sottolinea che gli ambienti sottoposti a una forte pressione antropica sono particolarmente favorevoli allo sviluppo e alla diffusione di questi microrganismi patogeni.
- 4 specie di Diplodia: D.corticola, D. seriata. D. africana, D. olivarum. D. africana è un patogeno di recente descrizione e finora era stato segnalato solo in Sud Africa su fruttiferi. Pertanto il suo rinvenimento in Sardegna rappresenta la prima segnalazione di questo patogeno nell'emisfero settentrionale, ma anche la prima segnalazione in assoluto come patogeno del ginepro fenicio.
I quadri sintomatologici riscontrati nei boschi di leccio dell’Isola di Caprera includono entrambe queste due forme di deperimento, ma con peculiarità finora mai riscontrate.
Peculiarità dovute al fatto che gli attacchi di Diplodia corticola hanno assunto in breve tempo una dimensione epidemica mai riscontrata in precedenza nelle formazioni quercine sarde. Essi si sono manifestati con un’intensità tale da compromettere la sopravvivenza della maggior parte delle piante di leccio che vegetano nell’Isola. Ciò anche perché, molto spesso, alle sue infezioni sono associate quelle di Phytophthora cinnamomi a livello dell’apparato radicale.
Una volta che a seguito delle ricerche scientifiche è stato delineato il quadro fitopatologico sono ste avviate le azioni di contenimento di queste malattie.
Nell’anno 2013 sono stati effettuati dall'Ente Parco e dall'Università degi Studi di Sassari interventi sul leccio sia selvicolturali (taglio piante malate e monitoraggio dello sviluppo delle malattie nei giovani polloni) sia trattamenti chimici con fosfito di potassio dato per endoterapia.
Entrambi i trattamenti hanno dato ottimi risultati perciò oggi l’Ente Parco tramite i finanziamenti dei progetti Clima del Ministero sta procedendo con un progetto di estensione di questi trattamenti a tutti i popolamenti di leccio dell’Isola di Caprera.
Nell’anno 2017 sono invece stati effettuati interventi sperimentali di contenimento del deperimento del Ginepro fenicio a Budelli, causato principalmente dalla D. africana. La Diplodia attacca le piante dalla chioma e poi scende a colonizzare i tessuti legnosi di fusto e rami. Per questo motivo l’intervento che si è sperimentato è stato di effettuare tagli di tutta la parte secca delle piante colpite facendo attenzione a eliminare anche tutti i fusti nel cui legno centrale si scorgeva la presenza del fungo. A distanza di 4 anni dall’intervento si è osservato che la presenza del fungo patogeno è fortemente diminuita e che le piante hanno avuto un’ottima reazione e sono state salvate dalla morte certa.
Il prossimo obiettivo è quello di estendere i trattamenti a tutti gli altri ginepreti colpiti nel territorio del Parco.
[1] Moriondo 1999. Introduzione alla Patologia forestale. UTET, Torino
[2] Scanu B., Linaldeddu B.T., Deidda A., Jung T. (2015). Diversity of Phytophthora species from declining Mediterranean maquis vegetation, including two new species, Phytophthora crassamura and P. ornamentata sp. nov. PLoS ONE 10 (12). Doi:10.1371/journal.pone.0143234.
[3] Ho H.H., Gallegly M.E., Hong C.X. (2007). Re-description of Phytophthora melonis. Mycotaxon 102: 339-345.