DISTRIBUZIONE: specie di orchidea selvatica ben diffusa in Europa centrale e in tutto il bacino del Mediterraneo, con estensioni ad est fino all’Iran. In Italia è presente in tutte le regioni. Nell’Arcipelago di La Maddalena è abbastanza comune nelle isole maggiori, mentre diviene più rara nelle isole minori.
HABITAT: il Limodorum abortivum cresce nei boschi termofili, cespuglieti, radure e margini, su terreni calcarei o debolmente acidi, ombreggiati o a mezz’ombra, dal livello del mare fino a 1800 m di quota. Nell’Arcipelago vive preferibilmente sotto gli alberi (come ad esempio nella lecceta di Caprera), oppure tra la macchia a cisto.
DESCRIZIONE: questa specie di orchidea spontanea è alta 30-70 cm, con rizoma breve munito di numerose radici ingrossate. Fusto robusto di colore bruno-violaceo, o talvolta grigiastro, sempre sprovvisto di foglie verdi, ma munito di brattee fogliari grigiastre con caratteristiche venature sfumate di viola. Infiorescenza costituita da una lunga spiga lassa, con all’incirca 8-20 fiori di colore bianco violaceo. Peduncoli fiorali eretti, avvolti alla base da brattee fiorali di aspetto simile a quelle fogliari e lunghe fin sopra l’ovario. Fiori grandi con sepali laterali opposti, aperti verso l’esterno, lanceolati e con apice acuto. Sepalo mediano generalmente più largo dei laterali, con apice ottuso e allungato in avanti a cappuccio. Petali laterali lanceolato-lineari, più piccoli e stretti dei sepali, ma sempre diretti verso l’esterno. Labello grande, costituito da un ipochilo ristretto alla base e da un epichilo allargato all'estremità, con bordi rialzati e variamente ondulati. Sperone cilindrico, sottile, diretto verso il basso, lungo più o meno fino all'ovario. Ginostemio allungato a formare una robusta colonna di colore giallo-arancione, arcuata in avanti.
OSSERVAZIONI: questa specie di orchidea selvatica è una pianta saprofita, cioè adattata a crescere su sostanza organica morta, dalla quale può assimilare i nutrienti necessari per il suo accrescimento; ma anche pianta parassita, che può vegetare e nutrirsi direttamente sulle radici di piante legnose. Non avendo bisogno di fotosintesi, è priva di foglie verdi e possiede una debole presenza di clorofilla lungo il fusto, che può essere più o meno ricoperta da pigmenti di altro colore (da cui si hanno le svariate tonalità verde-grigio-viola). Pur avendo nello sperone delle ghiandole specializzate per la produzione di nettare, spesso ricorre alla cleistogamia, ossia alla mancata apertura dei fiori, in modo da garantire l’autoimpollinazione.
ETIMOLOGIA: il nome generico deriva dall’associazione (errata) che è stata fatta tra questa pianta ed il nome che Teofrasto aveva attribuito ad altre piante parassite del genere Orobanche. Il nome specifico, invece, sembra indicare il mancato accrescimento delle foglie, oppure la mancata apertura dei fiori, che in entrambi i casi fanno pensare ad una propensione abortiva.
Foto: Fabio Presutti
Testi: Marco Iocchi e Fabio Presutti