Le agavi americane sono originarie della porzione meridionale del Nord America, delle isole caraibiche, e della parte settentrionale del Centro America, con una maggiore concentrazione di varietà e diffusione nell'attuale Messico. I primi esploratori spagnoli e portoghesi avevano probabilmente portato in Europa delle agavi, ma una vera e propria popolarità si è avuta solo nel XIX secolo, con l'importazione di numerose specie da parte dei collezionisti.
A partire dal XVIII secolo furono esportate dapprima in Europa, per motivi di studio e come piante ornamentali e attualmente sono presenti anche in tutto il bacino del Mediterraneo. In Italia l'agave americana è stata introdotta nel XVI secolo ed è oggi segnalata come avventizia in tutte le regioni d’Italia, salvo che in Valle d'Aosta, Emilia-Romagna e Molise, ma è più frequente nelle regioni centro-meridionali, ove cresce dal livello del mare a 600 m circa. È stata involontariamente introdotta in dune di sabbia dove è diventa invasiva, visto che i suoi semi hanno un alto tasso di germinazione, e che è in grado anche di riprodursi per via agamica da frammenti vegetali, stoloni, rizomi, e bulbi.
Tra gli habitat principali predominano quelli aridi e la troviamo negli incolti, siepi, bordi di vie, uliveti, coltivata e naturalizzata. L'agave americana sopporta notevoli escursioni termiche, con temperature comprese tra -10°C e + 40 °C.
Le agavi raggiungono la maturità dai 3-5 fino ai 50 anni dalla nascita (secondo le specie e soprattutto le condizioni vegetative), con una fioritura che dura diversi mesi e richiede grande dispendio di energie, dopo la quale la quasi totalità delle specie muore e si riproduce con i semi che si disperdono nelle zone circostanti.